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“Uomini costruttori di pace”: la storia di Carlo Urbani

Carlo Urbani (Castelplanio, 1956, Bangkok, 2003) è stato un medico e microbiologo, il primo a identificare e classificare la SARS o polmonite atipica.

Sono trascorsi 20 anni dalla sua morte. I ricordi, le circostanze si fanno meno nitide ma rimane forte nella mia memoria il suo senso dell’umorismo, la sua grande professionalità, la sua umanità, il suo impegno per un mondo migliore e la sua popolarità tra la comunità di espatriati ad Hanoi, Vietnam. Ci siamo conosciuti a fondo avendo avuto vite simili e avendole intrecciate per un lungo periodo, prima a Medici Senza Frontiere e poi alle Nazioni Unite, Carlo all’WHO, io all’UNICEF.

La SARS è stata la grande prova della sua vita. Si è misurato con essa come clinico, uno dei migliori che abbia conosciuto. A fine intuito clinico e solida formazione professionale aggiungeva umanità e compassione. È andato, come altri colleghi che in questa storia non hanno nome, volto e onori, dove il suo senso del dovere, il suo imperativo morale lo chiamava: al capezzale dei primi malati di SARS facendo la differenza.

Il resto ognuno lo può leggere sulle cronache di quei mesi disperati e su vari libri dedicati a Carlo.

Un esempio silenzioso che sprona uomini e donne e ci interroga sulla forza delle nostre convinzioni: avrei corso lo stesso rischio, avrei accettato le responsabilità, avrei seguito me stesso?

Penso a volte che sono stato fortunato. Se fossi rimasto ad Hanoi, per amicizia, per il giuramento Ippocrate e mi sarei trovato a fianco di Carlo per l’ultima avventura insieme.

 

“A volte sussurrare un Ave Maria in silenziosi tramonti mi causa leggeri brividi di emozione”.

“Occorre sapere dove il Bene sta ed il male si annida”.

La scheda biografica è a cura di Enzo Falcone, Uomo illuminato

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