Approfodimenti

Recovery plan, ancora un’occasione persa. L’Italia non è un paese per donne!

Stati Generali delle Donne e Alleanza delle Donne esprimono profonda delusione sulle scelte del Governo: gli Uomini del Palazzo stanno scrivendo in solitaria  il Recovery Plan e le donne non ci sono nella Cabina di Regia. Delusione anche per la esiguità dei fondi destinati alla parità di genere.
Per  programmare  come spendere i 209 miliardi complessivi in arrivo da Bruxelles con il Recovery Fund le donne sono ancora una volta fuori dai luoghi decisionali.
Alla parità di genere e alla coesione sono infatti  destinati solo 17,1 miliardi di euro, di cui:
– inclusione sociale, sport e terzo settore: 5,9 miliardi
– parità di genere: 4,2 miliardi
– coesione territoriale: 3,8 miliardi
– giovani e lavoro: 3,2 miliardi
Dossier documentati, frutto di analisi e studi di fattibilità in linea con i criteri di attribuzione dei fondi del Recovery Fund, sono stati prodotti e consegnati al Governo ma nessuna considerazione è stata data ai contenuti espressi.
Tali reiterate scelte da parte del Governo dimostrano nei fatti, al di la delle parole, la sottovalutazione del ruolo delle donne nella società e nella ripresa economica e sociale del Paese, delle loro competenze e delle loro priorità, allontanano sempre di più le elettrici da un sistema politico che sistematicamente le esclude.
Tra le misure individuate per abbattere il divario occupazionale ecco cosa il Governo intende attuare subito: 
– La prima è il potenziamento dell’offerta dei nidi d’infanzia e di servizi socio-educativi per la prima infanzia, anche attraverso la realizzazione di strutture ecocompatibili e con efficientamento energetico, sostenibili e durature nel tempo, in linea con gli obiettivi di transizione verde UE, che, come effetto secondario, potrebbero stimolare lo sviluppo delle competenze e sensibilità dei più piccoli al rispetto del clima e alla transizione verde.
– La seconda è l’attivazione di un Fondo per le piccole e microimprese femminili
con l’obiettivo di  dare slancio all’economia del Paese, rivolgendosi principalmente ai settori in cui la presenza femminile è più forte (commercio e turismo ad esempio) che rientrano tra quelli maggiormente penalizzati dall’epidemia da Covid-19.
– La terza è la diffusione della cultura digitale per favorirne “l’inclusione qualificata” nel mondo del lavoro.
– La quarta  è l’istituzione di un sistema nazionale di certificazione sulla parità di genere basato sulla definizione di norme per l’attestazione della parità di genere e dei relativi incentivi per le imprese che concludono con esito positivo il processo di certificazione, volto a definire un modello nazionale che consenta la misurazione di target di miglioramento.
In dettaglio:
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza in itinere prevede 4 sfide:
migliorare la resilienza e la capacità di ripresa dell’Italia; ridurre l’impatto sociale ed economico della pandemia; sostenere la transizione verde e digitale; innalzare il potenziale di crescita dell’economia e la creazione dell’occupazione.
Nella cornice di questi ampi obiettivi, il Governo  ha individuato 6 missioni da realizzare:
    1. Digitalizzazione, innovazione, competitività;
    2. Rivoluzione verde e transizione ecologica;
    3. Salute;
    4. Infrastrutture per la mobilità;
    5. Istruzione, formazione, ricerca e cultura;
    6. Equità sociale, di genere, territoriale
125 pagine, suddivise in quattro grandi capitoli, 6 missioni, circa 60 progetti e 17 cluster
Ecco la ripartizione:
Rivoluzione verde e transizione ecologica 74,3 miliardi di euro;
digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura 48,7 miliardi di euro;
infrastrutture per la mobilità 27,7 miliardi di euro;
istruzione e ricerca 19,2 miliardi di euro;
parità di genere e coesione sociale ed economica 17,1 miliardi di euro,
salute 9 miliari di euro.
Per ogni missione, i fondi prevedono ancora una ripartizione più dettagliata per riforme specifiche, secondo il seguente schema:
Green
    • efficienza energetica e riqualificazione edilizia: 40,1 miliardi;
    • transizione energetica e mobilità: 18,5 miliardi;
    • tutela e valorizzazione del territorio e della risorsa idrica: 9,4 miliardi;
    • economia circolare: 6,3 miliardi
Digitalizzazione
    • digitalizzazione 4.0 e internazionalizzazione: 35,5 miliardi
    • pubblica amministrazione: 10,1 miliardi
    • cultura e turismo: 3,1 miliardi
Infrastrutture mobilità
    • alta velocità e manutenzione stradale 4.0: 23,6 miliardi
    • intermodalità e logistica integrata: 4,1 miliardi
Istruzione e ricerca
    • potenziamento didattica e diritto allo studio: 10,1 miliardi
    • ricerca: 9,1 miliardi
Parità di genere e coesione
    • inclusione sociale, sport e terzo settore: 5,9 miliardi
    • parità di genere: 4,2 miliardi
    • coesione territoriale: 3,8 miliardi
    • giovani e lavoro: 3,2 miliardi
Salute
    • assistenza di prossimità e telemedicina: 4,8 miliardi
    • innovazione assistenza sanitaria: 4,2 miliardi
Isa Maggi – Coordinatrice Nazionale Stati Generali delle Donne
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